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L'azienda fu fondata dall'ex ciclista Tullio Campagnolo nel 1933 in seguito al brevetto risalente al 1930 per lo sgancio rapido del mozzo della ruota[1]. Campagnolo sviluppò questa idea dopo aver abbandonato la carriera agonistica. In particolare si ricorda che l'idea di facilitare la fuoriuscita della ruota posteriore gli sia venuta in occasione di una gara in cui ebbe difficoltà nell'eseguire l'operazione per cambiare rapporto durante la scalata del Passo Croce d'Aune.
Nel 1935 fu introdotto il cambio a bacchetta, che prevedeva l'uso di due aste metalliche per cambiare rapporto senza dover togliere la ruota: l'una costituiva lo sgancio rapido del mozzo per tendere opportunamente la catena, con l'altra si regolava il deragliatore che, pedalando all'indietro, permetteva di posizionare correttamente la catena sul pignone voluto.
Nel 1940 Campagnolo assunse il suo primo dipendente, Enrico Piccolo, e nel 1946 introdusse il Cambio Corsa, esemplare di cambio a bacchetta utilizzato da ciclisti professionisti.
Nel 1947 iniziarono le esportazioni in altri paesi e nel 1948 fu aperto il primo stabilimento straniero a Cognin in Francia, per assemblaggio e rifinitura.
Nel 1949 fu presentato all'Esposizione di Parigi il prototipo del cambio Gran Sport, il primo cambio a deragliatore a parallelogramma, nella prima versione a due cavi. La versione a cavo singolo fu introdotta nel 1951: è il primo cambio moderno, da cui deriva la grande maggioranza degli attuali cambi per biciclette.
In tutti gli anni cinquanta la Campagnolo crebbe introducendo sempre nuovi modelli di cambio, affermandosi nel settore. Cominciò anche la produzione di altri componenti, arrivando al gruppo completo nel 1958: era il Record, con guarnitura con girobulloni da 151 mm che permetteva una corona minima da 44 denti. Nel 1960 fu introdotta anche il gruppo da pista.
Negli anni sessanta continuò la crescita e l'affermazione della Campagnolo, con allargamento della produzione a componenti automobilistici e motociclistici.
Anche in campo ciclistico il catalogo dell'azienda si allargò con componenti a basso costo, per la pista, per il ciclocross e con nuovi gruppi. Ormai il nome Campagnolo era legato a un'idea di affidabilità e qualità, mentre i prodotti si affermavano come i più usati nel mondo delle competizioni agonistiche.
Nel 1968 fu modificato lo standard del girobulloni, portato a 144 mm per permettere di poter usare corone da 41 denti (anche se lo standard si affermò a 42).
Negli anni settanta si allargò ancor più la gamma di produzione di componenti, arrivando all'inizio del decennio successivo alla BMX, per cui venivano prodotte guarniture anche con anodizzazioni colorate.
Nel 1983 Tullio Campagnolo morì, mentre fu introdotto il Gruppo del Cinquantenario, per celebrare il 50º anniversario della nascita dell'azienda, diventato vero e proprio oggetto da collezione.
Nel 1984 furono prodotti i primi freni Delta, probabilmente non un grande successo commerciale, ma che hanno oggi un grande valore fra i collezionisti.
Nel 1989 l'azienda iniziò anche la produzione di gruppi per mountain bike, caratterizzati dai comandi cambio integrati nella manopola sul manubrio denominati "Bullet". Nati per contrastare il predominio in questo campo di Shimano e SunTour, nonostante la sponsorizzazione oltreoceano di grandi team e campioni del ciclismo offroad (top team USA come Gary Fisher, Fat Chance, Klein e Yeti con campioni quali David "Tinker" Juarez o Don Mirah), non riuscirono a prendere piede, tanto che nel 1994 Campagnolo decise di fare dietro front, abbandonando il settore (ora presidiato unicamente attraverso le ruote Fulcrum).
Nel 1995 fu aperto il nuovo stabilimento in zona industriale di Vicenza.
Negli anni novanta si vide una nuova spinta all'innovazione, in seguito alla concorrenza sempre più forte con la giapponese Shimano: si passò nell'arco di pochi anni dai comandi cambio al telaio agli ergopower (integrati nelle leve dei freni), dalle sette velocità posteriori alle otto e alle nove 1997, fino alle dieci 2000, dall'uso di alluminio ed acciaio a quello sempre più esasperato del carbonio.
Nel 2002 fu prototipato il primo cambio elettronico, messo in produzione e commercio solo quasi dieci anni dopo nel 2011.
Nel primo decennio del XXI secolo Campagnolo ha continuato a migliorare gradualmente prestazioni e peso dei componenti dei vari gruppi, fino a portarli tutti a 10 velocità con la gamma 2007 e alle 11 velocità per i gruppi top Record, Chorus e il nuovo Super Record con la gamma 2009.
Oltre alle 11 velocità, primo tra i tre grandi produttori di gruppi ad oltrepassare la soglia dei 10 pignoni (Shimano e Sram si fermano alle 10 velocità), i maggiori cambiamenti in epoca recente sui prodotti della casa vicentina sono il nuovo design dei freni (denominato Skeleton), ma soprattutto un nuovo concetto di guarniture, denominate commercialmente Ultra-Torque, in cui le due pedivelle presentano l'asse del movimento centrale che va ad accoppiarsi all'interno della scatola a telaio.
Inoltre la Campagnolo si è affermata anche nella produzione di cerchi e ruote di tutte le gamme, con il marchio proprio e con il marchio Fulcrum.
Vedi anche: Campagnolo | Columbus | Cinelli | Miche | 3T | Cipollini | Galetti vintage | Vittoria | Pinarello | Wilier | Legnano | Bianchi | Camelbak | Elite | Tom Tom | Carbon Ti | Spada Bike | Alè Cycling | Diadora | DMT | Gaerne | Kask | Salice | Fulcrum | Crank brothers | Atala | Whistle
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